Riassumo il pensiero dei grandi maestri dell’ortodonzia funzionale:
Oggi si parla di “ Craniodonzia “ (come si legge nel libro del dott. Stefanelli). Questa parola ha un significato molto semplice: essendo l’occlusione dentale il risultato adattativo dello schema cranico individuale, prima di allineare i denti è imperativo “allineare “ il cranio.
Qualsiasi procedura di riabilitazione occlusale, sia essa ortodontica o protesica, non può non influenzare le 28 ossa che compongono il cranio umano. Non tener conto di questo e sostituire uno schema di adattamento con un altro, mediante trattamenti meccanicistici spesso motivati da indicazioni “estetiche” e soprattutto basati su fondamenti dogmatici obsoleti non può che avere come risultato un ulteriore adattamento a scapito di altri sistemi oppure, nell’ipotesi più favorevole per il paziente, una sacrosanta recidiva.
La diagnosi è primariamente basata sull’identificazione del pattern o engramma cranio-facciale del paziente.
Le apparecchiature sono costruite per aiutare la correzione delle lesioni craniali e solo secondariamente per muovere i denti. Esse lavorano in virtù dell’applicazione di forze leggere e continue che vengono assorbite come impulsi del ritmo cranico senza impedirne il flusso naturale ma, al contrario, ne aumentano l’ampiezza.
La Terapia Ortodontica dovrebbe bandire distalizzazioni posteriori, estrazioni dei premolari, retrusioni canine, molaggi selettivi e terapie invasive/irreversibili in generale ma tendere al rimodellamento delle arcate e al ripristino funzionale secondo le indicazioni fornite dal contenitore ove sono inserite : IL CRANIO, e aggiungo io, la POSTURA.
Attualmente ci rendiamo sempre più conto, secondo l’esperienza dei grandi maestri dell’ortodonzia, G. Guaglio e Wilma Simoes, che il trattamento ortodontico non può prescindere dal corretto riposizionamento della cervicale alta ( C0-C2) perché qualsiasi tipo di “mal occlusione” comporta uno scompenso di C0-C1 ( atlante) e C2 (epistrofeo).
Nel 1968 infatti Rocabado aveva già intuito che bocca e cervicale si influenzano a vicenda.
Quindi lo studio del caso ORTODONTICO non può prescindere dallo studio e dall’obiettivo terapeutico del corretto riposizionamento cervicale ovvero la terapia ortodontica ma allo stesso modo la terapia posturale deve avere come obiettivo primario il CAMBIO DI POSTURA TERAPEUTICO ( secondo l’insegnamento di Enzo Bartolucci)