Forse non tutti lo sanno ma alcune persone hanno particolari necessità: sono allergici ai metalli, anche all’oro giallo che, a volte si può usare a volte no, al nichel e ad altri metalli non nobili, compreso il titanio, che perciò sono assolutamente da escludere. Queste persone, che sono coscienti del problema avendolo vissuto dolorosamente sulla propria pelle, sono in grado di spiegare perfettamente ai dentisti quali e quanti problemi di salute hanno avuto in corrispondenza di precedenti trattamenti odontoiatrici e che, vorrebbero non incorrere in altri “incidenti” legati all’uso dei metalli in bocca.
Spesso, i dentisti poco informati, li rassicurano dicendo che non c’è nessun problema in quanto usano metalli che non danno alcun tipo di reazione. Rassicurati, i pazienti iniziano i trattamenti odontoiatrici: i dentisti fissano ai denti residui tutta una serie di manufatti e ponti che, a loro dire, oltre alla ceramica contengono solo oro e nessun altro metallo.
Passa qualche anno, a seguito di una visita per continui malesseri, l’omeopata fa notare a qualche paziente che i numerosi metalli delle protesi fisse causano una attività galvanica ed intolleranza verso questi materiali.
Allora, i pazienti tornano sconfortati dal loro dentista e gli descrivono la visita dall’omeopata, illustrando i loro problemi di salute e, dopo notevoli insistenze, riescono ad avere le fotocopie dei “bugiardini” (le schede tecniche che dovrebbero essere consegnate insieme con le protesi), dei materiali usati dai dentisti; con loro sorpresa apprendono che c’era veramente di tutto nelle leghe che hanno in bocca:
– le basi metalliche per ponti, di solito, sono costituite da: alluminio (15%), stagno (12%), cromo (1%), nichel (1%), vanadio, manganese, zinco; oro (39%), palladio (35%), argento (19.5%), stagno (5%), platino (1%), iridio (1%), rutenio (1%), indio (0.5%); palladio (25%), argento (70%), rame (1%), stagno (1%), iridio (1%), indio (2.8%), zinco (1.4%)
– gli “scheletri” metallici degli apparecchi mobili, di solito, sono costituiti da: palladio (63.5%), cromo (28%), molibdeno (6.5%), manganese (0.6%)
In realtà, il termine “manufatto in oro-ceramica”, che è riportato nel foglietto del consenso informato e nel certificato di conformità alle norme europee, destinati appositamente al paziente e previsti dalla legge, serve per spacciare qualsiasi cosa: infatti, non è detto che il lavoro dentale non possa contenere; rame, cadmio, palladio, cromo, ecc. ecc., spesso, ad insaputa anche del dentista!!!
Questi metalli, altamente allergizzanti, sono sempre contenuti nelle basi per ponti e nei perni cosiddetti aurei.
Attenzione: se il dentista nel consenso informato e/o nel certificato di conformità CEE, scrive: “protesi in oro-ceramica” e non vi consegna il bugiardino, è quasi sicuro che la lega d’oro che ha utilizzato per voi è mescolato ad altri metalli, così come lo è il 99% dei prodotti odontoiatrici simili presenti oggi sul mercato.
Riflettete: se il dentista stesse usando l’oro puro al 99%, cioè “oro galvanico”, questa scritta apparirebbe in “bella evidenza” nei documenti ufficiali in quanto, quelli che lo usano veramente, lo mostrano con vanto!
Dal momento che si possono ottenere manufatti protesici con una durezza superiore, solo mischiando il 40% di oro ad altri metalli, sono sempre più diffuse le leghe che contengono di “tutto”. Sentirete citarle anche dal dentista quali, leghe: “platinate”, “palladiate”, oppure “non nobili” e/o semi-preziose (se contengono in elevate percentuali rame, cromo e altri metalli dal potenziale elettrico positivo).
C’è da osservare che, all’avvento dell’odontoiatria moderna, vi erano solo le leghe platinate. Poi s’intravide l’opportunità di sottrarre del platino (costosissimo) e di sostituirlo con il palladio (a basso costo). Maggiore era la percentuale di sostituzione del platino con il palladio, più si risparmiava sul materiale di partenza.
Purtroppo, il palladio ha, notoriamente, l’elevata potenzialità di inibire gli enzimi inoltre, ha la capacità di indurre sensibilizzazioni nel tempo.
I tedeschi ci avvertono da anni degli effetti nocivi del palladio. La Svizzera, qualche anno fa, bandì il palladio dalle protesi (ancora prima che l’amalgama per le otturazioni).
Oggi, molti omeopati anche in Italia, essendo a conoscenza della spinosa questione, iniziano a testare il palladio, trovando sempre dei problemi generati da esso.
Se proprio il vostro dentista vuole usare dell’oro, oppure anche dell’oro platinato fate attenzione che, almeno, non vi sia del palladio nella lega (fatevelo scrivere !).
Il plurimetallismo
Di seguito parlerò dei problemi legati all’uso di leghe metalliche in bocca e di un nuovo e straordinario materiale bio-compatibile utilizzato da alcuni dentisti olistici: il PEX.
Consentitemi una premessa di metallurgia, magari un po’ noiosa, ma necessaria per capire la problematica.
Un metallo, immerso nella soluzione del suo sale, assume un potenziale ben definito (detto standard, perché misurato per tutti i metalli nella stessa cella elettrolitica in rispetto all’elettrodo di riferimento ad idrogeno).
La differenza di potenziale (DDP) è la “forza motrice” della corrosione; ma, la bocca, non dovrebbe diventare, a causa dei metalli ivi inseriti, una “cella elettrolitica di riferimento”. Tuttavia è abbastanza comune che, proprio in bocca, si formino delle differenze di potenziale (persino tra amalgama ed amalgama, se si tratta di amalgama di diverso tipo o di diversa età). Dall’anodo (cioè dal metallo meno nobile) si staccano numerosi atomi dalla superficie della lega, che entrano in soluzione sotto forma di ioni metallici e che saranno in grado di migrare nell’organismo e di produrre, qua e là, qualche guaio.
I metalli “nobili” sono “inerti” solo in una “cella elettrolitica” immaginaria (cioè solo sperimentale), ma non quando sono accoppiati con un elettrodo diverso: infatti, gli elevati potenziali elettro-positivi dei metalli nobili, proprio perché lontani dai potenziali elettro-negativi di tutti gli altri metalli, quando sono accoppiati con un qualsiasi elettrodo diverso, producono differenze di potenziale tra le più elevate.
Inoltre, alcuni metalli non nobili, usati in odontoiatria, hanno una forza motrice intrinseca che conduce all’auto-ossidazione come, ad esempio, il cromo, la cui reattività naturale crea spontaneamente un ossido. Dal momento che, i metalli non nobili, producono quasi sempre uno strato superficiale di ossido, si verificano in loro varie fasi di neutralità elettrochimica o meno, garantite dall’ossidazione, che previene anche il logoramento e lo spostamento lento del potenziale, per effetto degli ioni dell’ambiente esterno.
Sfortunatamente, l’ambiente orale per via della saliva, che è un ottimo conduttore, rappresenta un’efficace “cella galvanica biologica”. I metalli presenti nelle leghe, delle quali sono costituite le varie tipologie di protesi, creano differenze di potenziale in ambiente orale, che spazia da 200 milliVolts sino a 1000 milliVolts.
Purtroppo, il 99% dei dentisti non sa cos’è un micro-amperometro/voltmetro e non possiede neppure un multimetro digitale per valutare i valori di tensione/corrente che si scaricano, in una data unità di tempo, in bocca. Potrebbero assistere e misurare delle vere e proprie “scariche di corrente” simili a microscopici fulmini!
L’effetto negativo della corrente/tensione orale è duplice:
1. crea un micro-amperaggio continuo, installato permanentemente in una forma biologica di vita;
2. aumenta la corrosione e la migrazione di pericolosi ed aggressivi ioni metallici nel corpo.
Tutti i dentisti, olistici o allopatici che siano, dovrebbero iniziare subito ad usare, di routine nella pratica quotidiana, un micro-amperometro per le misurazione delle correnti endo-orali. Ben presto rileveranno dei valori sospetti, cioè dai 6 microAmpere in su e, quando questi valori sospetti sono associati a dei sintomi clinici, dovrebbero cominciare ad intervenire per ridurre e/o eliminare la corrente presente in bocca.
Vi riferisco brevemente di una ricerca effettuata in una clinica dentale tedesca su 99 pazienti: essi hanno accettato la bonifica delle amalgami coinvolte nel bimetallismo. Tutti loro avevano sintomatologie che si erano dimostrate resistenti ai vari tentativi terapeutici effettuati fino ad allora da cliniche e specialisti vari.
Tuttavia, tali sintomi sono spariti completamente con la sola eliminazione delle correnti endo-orali, quali: mal di testa (57 casi), vertigini (20 casi), nausea e vomito (6), emicrania (6), svenimenti (4), fibrillazioni oculari (3), ronzio auricolare (1), gusto sgradevole (1), dolore alla mandibola (1).
La vera natura dei sintomi di questi pazienti non potrà mai essere diagnosticata da quei medici e da quei dentisti che ne ignorano la reale causa e complessità, ovvero: l’esistenza dell’elettro-galvanismo endo-orale e dei suoi effetti negativi sull’organismo.
Persino nelle università di oggi, gli studenti di medicina e di odontoiatria, non hanno purtroppo l’opportunità di studiare ed apprendere alcunché circa le conseguenze della formazione di correnti intra-orali.
Nella pratica comune della medicina, attualmente, l’effetto batteria all’interno della bocca è largamente trascurato, se non addirittura sconosciuto !
Tuttavia, ciò mi appare veramente singolare, in quanto: sin dal 1879 (Dr. H.S. CHASE), si pubblicano regolarmente comunicazioni che provano l’insorgere di turbe dovute al poli-metallismo delle ricostruzioni dentarie. Inoltre, sono veramente innumerevoli i ricercatori che hanno pubblicato studi su sintomatologie trattate con l’eliminazione del galvanismo orale: la bibliografia sarebbe troppo lunga da citare in questa sede, seppure solo scrivendo il nome degli autori che hanno pubblicato una ricerca in tale direzione!
Non sono in grado di riferire quali siano le ragioni per le quali, medici e dentisti, siano portati a non voler riconoscere queste scoperte. Forse, i pazienti affetti dagli “strani” sintomi causati dal galvanismo orale, non consultano i loro dentisti ma si rivolgono ai loro medici generici o a specialisti che, purtroppo, in assenza di esperienza in merito, cureranno la malattia ignorandone la causa !
Sempre di più si assiste a diagnosi errate o diagnosi “facili” appartenenti, spesso, al quadro delle malattie neurologiche, per sintomi quali: mal di testa, emicranie, distonia vegetativa, false depressioni ecc.. Spesso sono anche prescritti molti farmaci, perfettamente inutili. Alcuni possono solo attenuare i sintomi. Quello che dispiace maggiormente è che, questi pazienti, sono insensibilmente considerati ipocondriaci e/o nevrotici.
Sono convinta assertrice che, la misurazione delle correnti orali, dovrebbe divenire una procedura di routine, nella pratica di tutti i medici e, specialmente, dei dentisti.
Un consiglio gratuito: chiedete sempre al vostro dentista, anche e soprattutto a quello olistico, se ha un micro-amperometro-voltmetro in studio e, soprattutto, se lo utilizza di routine!